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La conquista dello spazio

E’ da questa estate che le testate gionalistiche riportano notizie sul ritorno dei programmi spaziali, sulla volontà dei governi di piazzare avamposti umani in quel della luna, di marte, sondare l’infinito.
E’ qualcosa di piuttosto imbarazzante. In occidente il discorso è portato avanti con toni da guerra fredda, in cui si evidenzia come finora solo la Russia potesse approcciare la ISS (la stazione orbitante internazionale) e che gli Usa con i loro alletati, fossero rimasti indietro nella corsa alla conquista dello spazio. Dall’altro giorno però la sonda Crew Dragon ha riportato il gioco in parità: ora anche gli Usa, e quindi gli alleati, e quindi l’Italia pure possono tornare sulla stazione orbitante senza chiedere un passaggio ai Russi. Niene più bla bla car al Cremlino per salire lassù nello spazio.
Questa navicella è prodotta dalla Space X di Leon Musk, un esemplare classico dell’imprenditore visionario tecno geek, spinto all’ennesima potenza. Arricchito con il web (era uno dei fondatori di Paypal), poi Tesla Motors, e ora i viaggi nello spazio. E’ un buon esempio di sacerdote della pseudo religione laica del capitalismo tecno scientifico: affonda le proprie radici nel culto primigenio del capitalismo, l’uomo si realizza facendo i soldi. Su questo innesta la “vision”, elemento sciamanico, che spiritualizza il materialismo delle fondamenta, e lo porta a un livello irrazionale e onirico, elevandolo a culto. L’essere umano compie grandi imprese attraverso i soldi, guadagnando così ancora più soldi, prova essa stessa della via del giusto.

Rassicurante no ?